Auro Palomba: “Citybank Italia passa all’Ambroveneto”

Superata l’opposizione dei soci veneti, Giovanni Bazoli ha portato a termine l’acquisizione della Citibank Italia, Per il presidente dell’Ambroveneto questo ulteriore ampliamento del suo istituto rappresenta una vittoria personale, oltre che un altro passo avanti nella strategia che vuole la banca milanese presente in un numero sempre maggiore di regioni italiane. Il 92,6% della Citibank Italia, ex banca Centro Sud che fa capo al colosso americano Citicorp, costerà all’Ambroveneto 345 miliardi, che verranno pagati in contanti. L’incorporazione verrà effettuata entro il ’92, per godere dei benefici derivanti dalla Legge Amato. Ai possessori di quote di minoranza (la Citibank era quotata al Mercato Ristretto) verranno date in cambio azioni dell’incorporante. «Con l’acquisizione della Citibank Italia – ha detto Bazoli in una conferenza stampa tenuta insieme all’amministratore delegato Gino Trombi – abbiamo dato seguito c concretezza a un disegno che ci vuole banca a carattere nazionale, senza rinunciare al Torte radicamento nelle nostre aree tradizionali». in pochi mesi l’istituto nato il 31 dicembre ’89 dalla fusione fra il Nuovo Banco Ambrosiano e la Banca Cattolica del Veneto, ha condotto diverse acquisizioni di rilievo, fra cui la Banca Vallone. La Citibank Italia permetterà al- l’Ambroveneto di penetrare con forza in alcune regioni, come Campania e Puglia, che Bazoli ha definito «molto importanti». È inoltre previsto un rafforzamento anche nell’Italia centrale con presenze dirette, mentre sono quasi tramontate le ipotesi di integrazione con Bna, dove però rimane aperta la strada di un coinvolgimento in Interbanca, «sempre però che i giochi non siano già conclusi». Con l’acquisizione della Citibank Italia, l’Ambroveneto aggiunge 2.353 miliardi di raccolta da clienti ai propri 16.246 miliardi, e 3.775 miliardi di mezzi amministrati ai propri 22.538, e sale cosi di due posizioni, dal 20′ al 18° posto nella classifica globale delle banche italiane. Bazoli non ha voluto commentare le tensioni che si erano create con i soci delle popolari venete, e che avevano portato 15 giorni fa a una “mini rottura” in sede di consiglio d’amministrazione proprio su questa acquisizione. Nessuna conferma neanche sulla ventilata incorporazione con il Credito Romagnolo: «Noi abbiamo effettuato studi a 360 gradi su tutte le altre banche e magari altri hanno fatto altrettanto con noi. E, in questo caso, nel ragionamento teorico, ci sono certo presupposti di complementarietà ed efficienza. Ma niente di più»

FONTE: Il Messaggero
AUTORE: Auro Palomba

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