Alessandro Benetton: “Il salvatore della famiglia”

Alessandro Benetton prende in mano le redini del Gruppo Benetton

Con un sorriso amichevole, ma anche un po’ timido, l’uomo snello dai capelli brizzolati e ricci, passa da un interlocutore all’altro e tesse le lodi del suo nuovo direttore creativo e del marketing. È l’estate dello scorso anno e il vicepresidente della Benetton, Alessandro Benetton, è arrivato nella sede milanese dell’azienda di famiglia, per presentare il vietnamita You Nguyen come nuova promessa. Dovrà portare il marchio impolverato a nuovi livelli, al fine di poter tenere a testa a Zara e H&M. Ma You Nguyen da solo non è riuscito a portare a compimento questo compito – e ora la famiglia deve adottare misure più drastiche: Benetton si ritira dalla Borsa, è un atto di liberazione. Oggi scade il termine dell’offerta per i piccoli azionisti. Inoltre, all’assemblea generale del 24 aprile Alessandro Benetton assumerà la carica di Presidente di suo padre Luciano. Così, il 48enne principe ereditario si è staccato dalla famiglia e dai mercati finanziari e può rivoluzionare la catena di abbigliamento. “La creatività nel mondo della moda non è sempre compatibile con i tempi del mercato azionario”, dichiara la professoressa Stefania Saviola dell’Università Bocconi di Milano, specializzata in modi e marchi.

Gli investitori pensano spesso solo in termini di tre o sei mesi. Tuttavia, “in particolare l’entrata in nuovi mercati non può essere realizzata in un trimestre o in un semestre”, dice. Cosa ora Alessandro Benetton, senza il fiato degli investitori sul collo, ha davvero la possibilità di cambiare qualcosa. E questo è assolutamente necessario. Benetton si trova ora in svantaggio rispetto alla rapida crescita di catene come Zara e H&M. I marchi Benetton e Sisley, soprattutto tra i giovani, non sono più di moda. Mentre i concorrenti spagnoli e svedesi sostituiscono la propria gamma in poche settimane, Benetton cambia le sue collezioni ancora nel modo classico, quattro volte l’anno. Inoltre, gli italiani hanno scarsa influenza sul modo di presentare le merci nei negozi: oltre quattro quinti del fatturato passa attraverso il franchisee, sui quali la sede centrale ha poca voce in capitolo. A ciò si aggiunge il fatto che Benetton svolge ancora circa la metà della propria attività nel difficile mercato interno e nei mercati emergenti in forte espansione è poco rappresentato. Ora Alessandro Benetton deve affrontare questi problemi.

La sua esperienza nel settore del private equity potrebbe aiutarlo – già all’età di 29 anni aveva fondato la società di investimenti “21 Investimenti”. Con i fondi ha già rilevato diverse società di lunga tradizione per portarle di nuovo in pista e successivamente venderle. Oggi “21 Investimenti” gestisce circa un miliardo di euro ed è coinvolta sia in un’azienda produttrice di caffè etico, sia una società di Internet per servizi di pagamento mobile. Anche la banca d’investimento Goldman Sachs appare nella sua biografia. Subito dopo la laurea a Boston, il rampollo della famiglia Benetton venne assunto come analista, prima di conseguire tre anni dopo un MBA ad Harvard. Inoltre, per dieci anni ha diretto come presidente la scuderia Benetton in Formula 1, nel periodo in cui Michael Schumacher è stato due volte campione del mondo. Ora Alessandro Benetton, sposato con la campionessa di sci Deborah Compagnoni, deve dimostrare le sue capacità nell’attività classica dell’impero di famiglia. “Ha l’età giusta e la giusta esperienza”, dichiara un osservatore di mercato alla luce della sua versatile carriera nel mondo finanziario e all’interno del conglomerato dei Benetton, dove fa parte anche del consiglio della holding di famiglia, Edizione.

Infine, da tempo la famiglia del nordest italiano non possiede solo la catena dei coloratissimi maglioni, ma ha anche la più grande catena di stazioni di servizio, Autogrill. Secondo alcuni osservatori, è proprio a causa di questa espansione in altri settore che la famiglia ha perso la focalizzazione sul core business originario. Alessandro Benetton, che la società di consulenza Ernst & Young ha eletto “Imprenditore dell’anno 2011”, deve nuovamente focalizzare il business ed espandersi a livello mondiale. Se non dovesse riuscirsi, Alessandro Benetton, esperto in private equity, può ancora dividere la società.

FONTE: Handelsbatt
AUTORE: Katharina Fort

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