Ultrafibra, piano Telecom stilato dal governo

Domanda: «Presidente Recchi, tanti giovani a questa seconda uscita delle lezioni sul progresso. Che cosa si può ancora insegnare a loro?»

Giuseppe Recchi: «Più che insegnar loro qualcosa, bisogna appassionarli. La rivoluzione tecnologica ha portato molti aspetti ai quali interessarsi e Telecom Italia, in quanto casa della tecnologia che ama definirsi California d’Italia, deve fare in modo che i giovani seguano il fascino della scienza. Attraverso le lezioni sul progresso noi vogliamo rendere la scienza pop, coinvolgente, divertente e accessibile a tutti, in modo che si possa diffondere in maniera più ampia, indirizzando i ragazzi alla scelta di facoltà scientifiche nel passaggio all’Università.

Domanda: «Cosa arriva ad affiancare opportunità alla parola lezioni? Telecom si sta impegnando anche in questo?»

G.R.: «Telecom non è soltanto una società che costruisce rete e vende servizi in mobilità ma sente anche la responsabilità di essere un’azienda di sistema che deve contribuire al futuro del nostro Paese. Oggi la tecnologia digitale si applica a moltissimi campi: alle scienze mediche, ai trasporti e a molti altri aspetti della nostra vita. C’è sempre più bisogno di professioni che comprendano queste tecnologie e le possano sviluppare. Queste competenze sono molto richieste e noi, con queste lezioni, vogliamo lanciare un richiamo ai giovani, sperando che lo seguano».

Domanda: «Oltre al contesto economico, ha il suo peso quello politico. Quanto è importante avere una stabilità in tal senso, alla luce degli ultimi avvenimenti?»

G.R.: «Noi non ci occupiamo di politica ma di industria. La stabilità è importante anche in questo settore. Un Paese deve sapere dove vuole andare e deve definire le strategie per arrivarci. Noi siamo la prima azienda d’Italia non solo nel nostro settore ma soprattutto per investimenti. Investiamo oltre 4 miliardi all’anno in infrastrutture e, per questo motivo, è molto importante che si creino le massime sinergie tra le strategie di sviluppo del Paese e quelle di crescita delle aziende. Solo in questo modo l’Italia raggiungerà il pieno sviluppo».

Domanda: «La fibra ottica fa parte di questa strategia?»

Giuseppe Recchi: «Assolutamente sì. Fibra ottica vuol dire tante cose ma principalmente velocità di connessione, sia mobile che fissa. In Italia abbiamo già recuperato un grande gap: siamo passati dal 24% di copertura della popolazione al 43% di quest’anno. L’obiettivo è arrivare a quasi il 90% a fine del 2018 e colmare in questo modo il divario che si è creato negli anni. Tutto questo sarà realizzato da Telecom Italia, azienda privata, attraverso un piano industriale sul broadband che è stato stilato dal governo con grande lungimiranza».

Alanews

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