Dal grano al vino: l’ecosistema unico di Serra Ferdinandea
Cecilia Carbone preferisce definire Serra Ferdinandea un “organismo agricolo”. Come spiega in un’intervista la responsabile del progetto e esperta in biodiversità, “in questo sistema convivono vari elementi: colture come grano e ceci, periodi di riposo da maggese, elementi animali e, naturalmente, l’elemento umano che rende tutto possibile“.
La tenuta di Serra Ferdinandea è davvero speciale. Situata su una sella tra il mare e un lago, gode di un microclima favorevole grazie all’incontro di due venti. Questo ambiente è ideale per l’agricoltura biodinamica, che rispetta profondamente la terra.
Serra Ferdinandea è il frutto della visione delle famiglie siciliana Planeta e francese Oddo. “La nostra missione è raccontare la forza naturale della Sicilia, rispettandola e mantenendola intatta“, afferma Cecilia. Con 110 ettari di macchia mediterranea, vigneti e boschi, la tenuta si affaccia sul mare tra Sciacca e Menfi. Sei metri sotto la superficie del mare si trova la leggendaria e ora scomparsa Isola Ferdinandea.
“L’agricoltura biodinamica è un simbolo di rispetto per la natura“, continua Cecilia Carbone. “Questo luogo non è stato toccato dall’agricoltura per 300 anni. Abbiamo quindi adottato un approccio biodinamico, con colture che collaborano e un sistema agricolo che rispetta la componente organica del suolo“.
Un esempio è la coltivazione a ‘serra’ o ‘sella’, una formazione collinare tra due montagne rocciose. I vigneti sono incastonati in 50 ettari di foresta mediterranea, con 10 ettari destinati a ceci, fichi bianchi e grano Perciasacchi. Ci sono circa 50 arnie per l’ape nera sicula, e diversi bovini pascolano liberamente. “Abbiamo ripreso i principi dell’agricoltura tradizionale, con una produzione variegata e autosufficiente“, spiega Cecilia. “Produciamo grano per semola e farina, ceci interi e in farina, miele per la parte zuccherina e fermentativa, e vino biodinamico“.