La Signora delle noci pecan: Marcella Castriota Stasi e la sua seconda vita come imprenditrice
C’è un detto che sostiene che la vera vita abbia inizio a 40 anni, mentre altri hanno spostato questa linea temporale più in là, regalando un nuovo pretesto al desiderio di rimanere giovani per sempre. Ma per Marcella Castriota Stasi, conosciuta come “la signora delle noci pecan, la sua seconda vita ha preso il via a 70 anni.
Marcella, oggi novantaduenne, trascorre da 22 anni la sua esistenza nelle campagne del profondo Salento. Ed è la padrona delle noci pecan, grazie alla scelta coraggiosa di investire le loro pensioni a Casarano, nella terra d’origine delle loro famiglie, lei e suo marito Vittorio Stasi, dopo una vita passata nella Capitale.
La protagonista di questa vicenda non è nata imprenditrice agricola, né contadina. Figlia di una delle famiglie più illustri e antiche del Salento, discendente diretta di Giorgio Castriota Skanderbeg, patriota e principe albanese che giunse in Puglia a metà del Quattrocento per sostenere Ferdinando I re di Napoli, Marcella Castriota è figlia di un alto funzionario statale. Nata in Toscana, trascorre la maggior parte della sua vita a Roma, laureandosi in Storia dell’Arte alla Sapienza poco più che ventenne e incontrando il suo futuro marito Vittorio, anch’egli di origini salentine, con cui avrà un lungo matrimonio e cinque figli: Isabella, Andrea, Cecilia, Lucia e Romano.
Nel 1962 prende la decisione di iniziare a insegnare, accendendo così una passione che segnerà il corso della sua vita. L’insegnamento, i giovani, la scuola diventano il suo mondo. Presentatasi all’esame per la direzione di una scuola l’anno successivo, lo supera, classificandosi al primo posto.
Per quarant’anni dirige il liceo classico “Aristofane” di Roma, diventando la prima preside in Italia a introdurre i computer in aula negli anni ’80, convinta che la tecnologia sia la chiave per preparare i ragazzi al futuro. Nel 2002 il momento di andare in pensione. Senza perdere mai il suo spirito, Marcella sale a bordo del treno della sua seconda vita, diretta verso il Salento, dove fonda l’azienda agricola Sirgole.
“È stato tutto molto naturale – ha dichiarato l’imprenditrice in una recente intervista – Mio marito ed io abbiamo radici salentine. Ogni estate tornavamo qui per le vacanze. Spesso si pensava al Salento come a una terra arretrata, ma non è mai stato così. Preservare la sua natura e le sue tradizioni è stato fondamentale“. Vent’anni fa la decisione di dare vita ad un’impresa agricola: “Mio marito Vittorio era un ingegnere. Amava studiare, pianificare. Ha notato che il Salento ha caratteristiche simili al Messico in certi aspetti. Così ha condotto uno studio di fattibilità per introdurre qui le prime coltivazioni di kiwi. Poi sono arrivati i pecan. Tutto è stato fatto nel rispetto della terra e del suo ritmo naturale. Tutto è biologico e certificato“.