Auro Palomba: “Borsa, sciopero ha le ore contate”

Lo sciopero ad “oltranza” durerà probabilmente solo un paio di giorni. Un’assemblea dei procuratori di Borsa, convocata per lunedì mattina prossimo, dovrà infatti sancire la fine dell’agitazione. Il cambio di rotta è venuto dopo una riunione che i vertici dell’Anpac hanno avuto ieri mattina con il prefetto di Milano, Giacomo Rossano, che si è impegnato a promuovere un incontro fra i procuratori e il ministro del Tesoro Guido Carli. Il presi-dente dell’Anpac, Enrico Tagliabue, si è detto ottimista sulla possibilità di avere un “faccia a faccia” con Carli nei primi giorni della prossima settimana: «Il prefetto ha ascoltalo con attenzione i nostri problemi, e ha mostrato molto interesse». Il primo giorno di astensione dal lavoro è andato secondo i desideri dell’Anpac. Tutti gli operatori hanno aderito allo sciopero, e così gli agenti di cambio che in apertura di seduta hanno tentato di rilevare i prezzi delle azioni si sono scontrati con un blocco totale. Neanche i ti-toli di Stalo e le obbligazioni sono state trattate, il tutto in un’atmosfera serena, senza ostilità. A diffondere la calma ha pensato anche lo stesso Tagliabue, coadiuvato dal vice presidente di Milano, Ubaldo Gaggio, i quali hanno subito chiarito l’intenzione di dar corso alle scadenze tecniche, in programma la prossima settimana, per non danneggiare i risparmiatori. Non è stata chiarita la modalità con cui si sarebbero svolle la risposta premi di lunedì e i riporti di mercoledì, ma è possibile che il mercato verrebbe riaperto solo per queste operazioni, a meno che l’assemblea che lunedì mattina si terrà in tutte le Borse italiane non decida per una revoca dell’agitazione da subito. D’altronde lo stesso Tagliabue aveva dichiarato giovedì al “Messaggero” che sarebbe bastato un piccolo segnale dalle autorità per far sì che lo sciopero venisse interrotto dopo due o tre giorni, e così sarà. L’agenda di Tagliabue e Gaggio per la prossima settimana è fitta di impegni. Lunedì sera dovranno vedere il segretario generale della Uil Giorgio Benvenuto. Martedì avranno un incontro con l’ordine nazionale degli agenti di cambio e poi con l’unione dei comitati direttivi delle Borse valori. Ma sono tutto sommalo riunioni di second’ordine. La vera controparte, in questo momento, è rappresentata dal ministro del Tesoro, che può intervenire d’autorità nella diatriba fra le parti. I procuratori vogliono che venga assicurata la riassunzione nelle Sim di tutti i dipendenti che stanno ricevendo le lettere di licenziamento da parte degli studi degli agenti di cambio. Il numero di possibili disoccupati non è ancora quantificabile, ma dovrebbe essere corposo. Gli agenti si difendono, sostengono che i tagli avverranno solo nei settori dove le fusioni fra diversi studi porteranno duplicazioni, o che comunque verranno colpiti i meno preparati. Ma anche la categoria degli agenti di cambio appare spaccata al suo interno. Se i maggiori, come Ventura, Fumagalli, Pastorino e Aloisio fanno quadrato, i piccoli si ribellano. Segnali importanti sono giunti nei giorni scorsi dall’ordine degli agenti di Roma, che ha dichiarato di appoggiare la protesta dei procuratori, e dal Comitato per la difesa dei diritti degli agenti di cambio, che addirittura affianca l’agitazione. Anche i giovani professionisti, in attesa che venga istituito il ruolo unico nazionale della categoria, accolgono con favore lo sciopero contro le Sim. Per questo ieri non è stato possibile forzare il blocco che i procuratori hanno attuato alle grida. C’è stato solo un tentativo dì “crumiraggio”, alla Borsa di Trieste, dove si è tentato almeno di trattare il diritto delle Generali, il cui aumento di capitale termina il 15 ottobre. La manovra è però fallita per problemi tecnici. Così lunedì potrebbe già essere l’ultimo giorno di sciopero. Per la verità è anche possibile che le assemblee non accettino la proposta del consiglio nazionale, che si è riunito ieri pomeriggio. La parola del prefetto di Milano potrebbe non essere ritenuta sufficiente, e l’agitazione proseguirebbe. Tutto è ora dunque nelle mani e nella volontà del ministro del Tesoro. Se Carli acconsentirà ad assumere il ruolo dì mediatore, il mercato azionario tornerà al suo ciclo normale. Altrimenti è probabile che la liquidazione di novembre, che dovrebbe cominciare giovedì prossimo, abbia vita dura.

FONTE: Il Messaggero
AUTORE: Auro Palomba

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