Con la Fondazione Evolve, guidata da Fabrizio Di Amato, una finestra sull’ingegneria umanistica

Fungere da “trait d’union” tra passato, presente e futuro per contribuire alla formazione di “ingegneri umanisti” in grado di fornire soluzioni innovative che includano aspetti etici, sociali e ambientali. È la mission portata avanti dalla Fondazione Evolve. Lanciato nel 2021 dal Gruppo Maire Tecnimont e presieduto dal fondatore Fabrizio Di Amato, l’Ente ha le sue radici in un archivio storico di settemila disegni e progetti dei più famosi ingegneri e architetti italiani, da cui prendere ispirazione per affrontare le sfide della transizione energetica e del digitale. Non a caso la sede milanese della multinazionale ospita dal 5 luglio la tappa finale della mostra “Second Life: tutto torna”, concorso dedicato alle opere di giovani artisti sul tema della sostenibilità e della circolarità. Nel corso del panel dal titolo “L’ingegneria umanistica e la sfida della circolarità”, il Presidente di Marie Tecnimont ha dichiarato: “I tempi richiedono una trasformazione dell’ingegneria classica in una ‘ingegneria umanista’, in grado di includere aspetti etici, sociali e ambientali e capace di risolvere problemi sempre più complessi, collaborando con università tecniche e umanistiche, applicando le migliori innovazioni con senso critico e facendosi ispirare dai simboli del passato come le provette di Giulio Natta per realizzare il Moplen”. Gli ingegneri, aggiunge, dovranno quindi essere pronti ad ampliare le proprie competenze, comprendendo anche aspetti di management. “Tecnici” ma allo stesso tempo capaci di avere visione, cultura, intelletto e spirito imprenditoriale. E soprattutto senso critico e intelligenza creativa: “Per vincere le gare e costruire i grandi impianti nel mondo non basta più realizzare un progetto in sé – ha spiegato Fabrizio Di Amato nel suo intervento – ma pensare a tutti gli attori in gioco che possono essere influenzati in termini di occupazione, scambio di competenze, valorizzazione del tessuto imprenditoriale locale. Occorre attingere anche alla creatività, intesa come gestione delle complessità, la capacità di unire i puntini. Sono le scienze umane che fanno da collante. Il Made in Italy dell’ingegneria – conclude – ha una marcia in più”.

Per maggiori informazioni:
https://www.corriere.it/economia/aziende/22_luglio_03/maire-tecnimont-nasce-fondazione-evolve-l-ingegnere-umanista-4e7c9db0-fa3f-11ec-8112-7d5dc7a1855c.shtml

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