Massimo Malvestio: opere pubbliche e consenso popolare, l’editoriale dell’avvocato

In “Mala Gestio, perché i veneti stanno tornando poveri”, pubblicato nel 2012, si intravedono i prodromi della catastrofe finanziaria che ha investito il Veneto negli anni a seguire. Situazioni denunciate dall’autore, l’avvocato Massimo Malvestio, in anni di editoriali scritti per “Nordesteuropa” e “Corriere del Veneto”. Diversi sono stati riproposti di recente anche su “Venezie Post”: in uno di questi, scritto nel febbraio 2012 per “Nordesteuropa”, l’avvocato si è soffermato sulle correlazioni tra opere pubbliche e consenso popolare a partire da una vicenda che teneva banco in quei giorni su testate locali e nazionali. A Rovigo, la locale associazione degli imprenditori era scesa in campo con una soluzione definita “eccentrica” da Massimo Malvestio, riguardante “la destinazione dei fondi che arriveranno come compensazione al territorio per ospitare un’infrastruttura di interesse nazionale, ovvero il rigassificatore offshore più grande del mondo, che verrà affondato al largo delle coste della provincia”.
Nell’editoriale l’avvocato, riprendendo le parole degli industriali polesani, la riassume così: “Vogliono che i 12 milioni di euro che Adriatic Lng, titolare del progetto, erogherà quale indennizzo al territorio, siano destinati ‘alle famiglie con redditi bassi sotto forma di sconti nelle bollette del gas’. Si eviterà così che vadano a ‘vari enti locali’ altresì definiti come enti inutili”. Solo in questo modo, secondo l’associazione locale, sarà possibile “convincere altre comunità circa l’opportunità di ospitare impianti di pubblica utilità la cui presenza non è bene accetta nei territori di insediamento”.
L’avvocato Massimo Malvestio osserva come da oltre un secolo la legge contempli “un indennizzo per i proprietari di quei beni immobili che abbiano a perdere di valore per effetto della realizzazione di un’opera pubblica”: una legge “assai poco applicata”. D’altronde “è nell’esperienza di tutti i giorni che una nuova discarica con il carico di miasmi e di olezzi che porta con sé valga a svalutare il valore delle case circostanti e che da ciò derivi la ovvia opposizione dei proprietari alla realizzazione dell’impianto”. Il disagio che molte opere di pubblica utilità portano “non colpisce solo il valore dei beni che si trovano a esse vicini, ma colpiscono la qualità della vita di tutti coloro che abitano nei pressi, proprietari e non proprietari”: molte opere di pubblica utilità “sono sospettate di portare subdole e nascoste conseguenze che, proprio perché funzionali al pubblico interesse, vengono taciute facendo pagare solo ad alcuni un conto che dovrebbero pagare tutti”.
Davvero, si chiede Massimo Malvestio, gli industriali polesani credono che dando l’energia elettrica gratis alle famiglie povere di Castelmassa si potrà ottenere il consenso per costruire un termovalorizzatore ad Adria? Davvero credono che la svalutazione delle case vicine a un termovalorizzatore, frutto di un maggior traffico e di “quell’ansia sottile che viene dal dubbio che tutto quel fumo che esce tanto bene poi non faccia” si possa accettare pensando che altri cittadini della stessa provincia che vivono a 50 chilometri e più di distanza avranno l’energia elettrica gratis? Quello di agevolare la realizzazione delle opere di pubblica utilità riducendo l’opposizione locale secondo l’avvocato è “un grande e attuale problema italiano che si risolve indennizzando davvero coloro i quali – poveri o ricchi poco importa – subiscono un pregiudizio dalla realizzazione dell’impianto”. Il pregiudizio indennizzato poi non dovrebbe riguardare soltanto il valore delle proprietà “ma anche la qualità della vita”: soprattutto “dovranno essere date certezze non solo in materia di progettazione ma soprattutto di corretta gestione, consentendo controlli gestiti dalle potenziali vittime della cattiva gestione e ponendo i costi a carico della gestione dell’impianto”.
Problematiche “a cui non rispondono certo gli industriali polesani con la loro proposta che voglio credere non farà scuola né in Italia né a Rovigo”. Netto quindi il giudizio dell’avvocato Massimo Malvestio: “Nel voler privilegiare le famiglie povere della provincia, non in quanto tali ma solo quelle che consumano gas (le altre, quelle che si scaldano in altro modo, si arrangino!), vi è – così pare a me – un approccio che divide le classi sociali e che non indennizza coloro i quali un danno – se davvero esiste – lo hanno in effetti subito”. Non solo: “Nel voler escludere gli enti locali (che avranno tanti difetti ma hanno il grande pregio di avere organi eletti a suffragio universale) vi è il continuo tentativo di delegittimare la politica in quanto tale, nel mentre non vi è grande opera che potrà essere realizzata se non con la collaborazione degli enti locali che vanno aiutati a funzionare meglio e non demonizzati”.

Per avere maggiori informazioni:
https://www.veneziepost.it/massimo-malvestio-malta-opere-pubbliche-e-consenso-popolare-leccentrica-soluzione-degli-industriali-polesani/

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