FSI, Maurizio Tamagnini: “Fintech settore trainante per l’economia italiana. Abbiamo investito in Lynx, piattaforma aperta ad altri system integrator italiani”

Gli ultimi due anni in Italia hanno rappresentato un momento particolarmente propizio per il fintech. Nonostante la pandemia, il settore ha registrato una crescita considerevole sia in termini di spesa in nuove tecnologie finanziarie che di nascita di nuove aziende. Ma le opportunità da cogliere restano enormi. A dirlo è Maurizio Tamagnini, Amministratore Delegato e Managing Partner di FSI. Il Fondo corporate, nato nel 2016 da uno spin-off del team dell’ex Fondo Strategico Italiano, è diventato in breve tempo l’investitore di riferimento nel panorama del fintech italiano. Ad oggi sono 600 i milioni di euro investiti da FSI nel settore: “Investire nelle belle aziende italiane è un buon investimento. Investire nelle aziende italiane fintech, in particolare in quelle che hanno già una struttura e sono aperte al cambiamento, è un ottimo investimento”, ha dichiarato l’AD in un’intervista pubblicata sul quotidiano “Milano Finanza”. Per il manager investire nel fintech vuol dire trainare l’economia del Paese: “L’Italia è ancora molto indietro in tema di digitalizzazione delle imprese, il nostro rapporto tra investimenti in IT e PIL è il più basso d’Europa e c’è quindi un’enorme opportunità da cogliere. Per questo FSI si è strutturata con un team appositamente focalizzato sul tech guidato dal Cio Barnaba Ravanne”. Di pochi giorni fa l’annuncio della partnership avviata con Iccrea Banca per lo sviluppo di BBC Pay: “Abbiamo condiviso un progetto industriale che parte da una piattaforma che oggi lavora solo il gruppo Iccrea, ma che andrà molto oltre: l’idea è creare nuovi servizi per il gruppo Iccrea, ma anche essere attrattivi per altre banche di piccola e media dimensione”. Un’operazione lanciata a meno di un anno dal reinvestimento in Cedacri, gruppo specializzato in software per il banking e nei servizi cloud, in collaborazione con ION Investment Group. Il successo raggiunto da FSI in soli quattro anni è merito di un approccio che si compone di tre fasi, spiega Maurizio Tamagnini. Inizialmente il team individua le società più promettenti in ogni settore, entrando poi nel capitale senza tuttavia caricarle di debito. Lo step successivo è affiancarle nella crescita anche oltre i confini nazionali. La fase finale prevede la ricerca di un partner strategico con cui reinvestire nella nuova realtà per portare avanti un ulteriore fase di sviluppo. Ora il Fondo ha intenzione di puntare ancora di più sulle piattaforme software: “Abbiamo recentemente investito in Lynx, system integrator specializzato in soluzioni tecnologiche a supporto di grandi aziende nel settore utility, di banche, assicurazioni e pubblica amministrazione. In sostanza la società, guidata da due giovani imprenditori, Matteo e Federico Moretti, fa scouting di tecnologia laddove ci sono le nuove frontiere, in particolare negli Stati Uniti, in California”.

Per maggiori informazioni:
https://bebeez.it/fintech/tamagnini-fsi-ecco-come-si-diventa-il-piu-grande-investitore-fintech-ditalia-il-fondo-ha-investito-600-mln-euro-nel-settore-dal-2018-e-non-e-finita-qui/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=tamagnini-fsi-ecco-come-si-diventa-il-piu-grande-investitore-fintech-ditalia-il-fondo-ha-investito-600-mln-euro-nel-settore-dal-2018-e-non-e-finita-qui

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*