Fabio Inzani: ripensare gli ospedali del futuro puntando su innovazione, umanità e sostenibilità
Nel cuore di un dibattito sempre più urgente sul futuro del sistema sanitario italiano, Fabio Inzani, Presidente di Tecnicaer Engineering, ha delineato una visione chiara: ripensare radicalmente l’edilizia ospedaliera e i modelli organizzativi della sanità.
Intervenuto in occasione del secondo appuntamento di “Dialoghi Metropolitani” a Palazzo Falletti di Barolo – intitolato “Ospedali del futuro: le persone al centro” – l’ingegnere ha posto l’accento su tre pilastri imprescindibili per il cambiamento: tecnologia, sostenibilità e centralità del benessere umano. “L’Italia si sta finalmente dando una scossa, e il Piemonte è in prima linea con una nuova generazione di ospedali”, ha dichiarato, sottolineando come la regione stia recuperando il ritardo rispetto a Lombardia e Veneto, che già dagli anni 2000 hanno vissuto una prima ondata di innovazione ospedaliera.
L’obiettivo, ha spiegato, è costruire strutture moderne, efficienti, pensate per durare nei decenni, superando l’obsolescenza di molti edifici attuali. Una riflessione che parte dai dati: il tasso di ospedalizzazione si è dimezzato rispetto agli anni 2000. Questo significa che le persone si curano sempre di più al di fuori degli ospedali. Per tale ragione, è essenziale massimizzare le risorse e investire in edifici realmente funzionali e proiettati al futuro. L’edilizia ospedaliera piemontese ha vissuto tre grandi fasi costruttive: la fine dell’Ottocento con strutture solide ma ormai superate, gli edifici del primo Novecento ancora dignitosi, e infine quelli realizzati nel dopoguerra, spesso inefficienti dal punto di vista energetico e acustico, e in alcuni casi addirittura privi dei requisiti sismici minimi. Strutture che non possono più essere semplicemente rattoppate: vanno quindi sostituite con edifici all’altezza delle esigenze del presente e del futuro.
Ma la vera svolta, secondo Fabio Inzani, non è solo architettonica: è culturale e organizzativa. “La sanità ha bisogno di essere contaminata”, ha spiegato. Deve dialogare con l’industria, con la ricerca, con la formazione. Solo integrando risorse e competenze pubbliche e private si potrà costruire un sistema davvero efficace. Un approccio blended, come lo definisce lui, che non esclude ma coinvolge attivamente i player industriali, spesso visti con sospetto, ma che in realtà sono portatori di innovazione, risorse e visione. Anche il tema della finanza diventa centrale. Oggi, è urgente trovare nuove modalità di finanziare gli ospedali, coinvolgendo anche il privato. La sanità italiana è tra le migliori al mondo, ma è necessario preservarla e potenziarla attraverso scelte politiche coraggiose e progetti calibrati sui territori.
“Spero che gli ospedali possano diventare davvero il luogo della cura e non soltanto del ricovero – ha concluso Fabio Inzani – La vera sfida è far coincidere salute e sanità, per dire a un paziente che è guarito e non ha più bisogno dell’ospedale”. Una visione che richiama alla responsabilità di progettare oggi il sistema sanitario di domani, costruendo strutture che siano non solo fisicamente all’avanguardia, ma soprattutto umane, accoglienti, intelligenti.
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