Alessandro Benetton al “Corriere della Sera”: con Mundys nel futuro della mobilità
Un nuovo corso per la mobilità e le infrastrutture: Alessandro Benetton lo disegna in un’intervista rilasciata al “Corriere della Sera” a pochi giorni dal lancio di Mundys. La sfida più rilevante per la “nuova” Atlantia è proprio questa: “Porre le basi per nuove forme di mobilità, lavorando sulla gestione delle infrastrutture, dell’innovazione tecnologica, della qualità del servizio. E siamo orgogliosi che questa rivoluzione del mondo infrastrutturale parta dall’Italia, generando effetti positivi in Europa, in America Latina e in altre aree internazionali”.
D’altronde “l’Italia è il primo Paese per investimenti del nostro gruppo con il 32% delle risorse programmate, mentre il restante 68% può essere un’opportunità per Francia, Spagna, Messico, Cile e altri Paesi dove siamo presenti con i nostri asset”, ricorda Alessandro Benetton, Vice Presidente di Mundys. In piano attualmente 10,4 miliardi di investimenti organici: di questi oltre 3,3 miliardi nel nostro Paese. “Ritengo fondamentale che le società che fanno parte di Mundys, nella realizzazione dei loro investimenti, tengano in massima considerazione la salvaguardia del Pianeta e il contrasto al climate change”, aggiunge nell’intervista sottolineando la necessità di “aprire una nuova fase nel modo di progettare, costruire e gestire le infrastrutture, rendendole il più possibile compatibili con le aree e le comunità territoriali limitrofe”. È anche e soprattutto a questo che serve l’innovazione tecnologica: ad esempio, a Fiumicino Adr, nell’ambito del piano di sviluppo sostenibile che riguarderà lo scalo, “chiuderà la sua centrale a gas e alimenterà il fabbisogno aeroportuale tramite un parco fotovoltaico”. E sempre a Roma “si sta sperimentando la Urban Air Mobility, tramite droni elettrici che dalla seconda metà del 2024 collegheranno l’aeroporto con il centro città senza alcuna emissione”.
È questo il “nuovo mondo” che Mundys intende costruire segnando una svolta per l’intero settore: “Aeroporti con migliaia di auto elettriche parcheggiate, che diventano come una gigantesca batteria in grado di stabilizzare la rete nazionale con la produzione in eccesso. Strade e autostrade attraversate da mezzi che dialogano con le infrastrutture. Città con flussi di traffico più veloci grazie all’intelligenza artificiale”, riporta il “Corriere della Sera”. Innovazione tecnologica e sostenibilità saranno i pilastri di questa rivoluzione: d’altronde, come Alessandro Benetton ha sottolineato nell’intervista e in altre diverse occasioni, “discontinuità e futuro sono sempre stati punti di riferimento nel mio lavoro, più che mai opportuni oggi”.
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